La Giunta Regionale ha avviato un percorso di consultazione della società civile in vista della sottoscrizione di un Patto per il welfare, come cornice e processo di un percorso di riforma. Le organizzazione di terzo settore e le parti sociali fanno il punto delle analisi e elaborazioni fin qui compiute.
A cura di Maurizio Carbonera
Ruolo del welfare locale
Nell'attuale momento storico che vede una forte riduzione delle risorse disponibili finalizzate ai Servizi Sociali da parte degli Enti Pubblici risulta essenziale determinare il ruolo che il welfare locale assume all'interno di un territorio, quali sono le priorità rispetto alle differenti azioni e quale visione della sussidiarietà, riconoscendo e valorizzando anche le risorse dei cittadini non considerati solamente come destinatari degli interventi e delle prestazioni.
Noi riteniamo che, se il disegno del territorio può favorire la socialità tra le persone che abitano quello spazio, sia il welfare locale che giustifica il crearsi di una comunità. L'aiutarsi reciprocamente, il sostenere le situazioni di difficoltà, l'accompagnare le persone, il favorire la costruzione di relazioni e rapporti, solo tutto questo giustifica il ruolo dell'Ente Locale e permette di far lievitare sensibilità sociale diffusa, responsabilità individuali e collettive, miglioramento della qualità del vivere.
Platone diceva che la comunità si costruisce quando la gente non è autosufficiente.
La questione che pone la definizione del welfare locale è relativa a come vogliamo vivere nei territori sapendo che soprattutto il Comune deve svolgere il compito di difendere gli individui da un isolamento dal quale non può venire niente di buono.
In tanti territori sta crescendo il processo di invecchiamento della popolazione e le conseguenti attese di aumento anche del numero di anziani non autosufficienti. Nello stesso senso operano tutte le altre modificazioni demografiche soprattutto quelle riguardanti la composizione dei nuclei familiari. Altri aspetti magari meno pressanti ma non per questo meno rilevanti né meno pertinenti ai compiti delle politiche sociali sono quelli relativi ai processi formativi, in particolare di alcune categorie di giovani, ed alle modificazioni intervenute sul mercato del lavoro ed alle situazioni di disoccupazione con assenza di reddito.
Si pone il problema di come siamo in grado di fare proposte che siano in grado di permettere alle politiche sociali di compiere un salto di qualità definendo una impostazione che si ponga il duplice obiettivo di ottimizzare l'impiego delle risorse pubbliche disponibili (attualmente e in prospettiva) e di attivarne altre che rispetto a quelle pubbliche risultino aggiuntive. Le due cose non sono affatto indipendenti in quanto l'attivazione di risorse aggiuntive a quelle pubbliche può anche derivare da innovazioni riguardanti l'impiego di queste ultime individuando possibili effetti di leva.
Si pone quindi la questione dei modi in cui molteplici attori sociali possono essere coinvolti offrendo loro un quadro di riferimento nel quale sia sufficientemente chiaro sia ciò che possono fare e sia cosa aspettarsi gli uni dagli altri.
La formazione di una visione condivisa
Riteniamo che la formazione di una visione condivisa non deve cominciare dall'elenco delle cose da fare e neppure solo dall'analisi dei bisogni. Se si volesse operare in questo modo ogni gruppo sociale sarebbe portato a chiudersi nella propria specificità ed il risultato finale non sarebbe molto diverso da un equilibrio che risentirebbe delle situazioni più forti e consolidate.
La visione condivisa deve cogliere la natura dei problemi, i criteri con i quali si intendono affrontare, le direzioni che si intendono imprimere alle politiche sociali partendo dalle lacune e dalle risorse, dalle difficoltà e dalle opportunità che caratterizzano il nostro territorio.
Da dove partiva la proposta di incontri
Il Forum del Terzo Settore della Lombardia ha pensato di organizzare un ciclo di incontri nei territori lombardi per permettere la condivisione delle informazioni, lo scambio di opinioni, la identificazione dei bisogni sociali prioritari e la valorizzazione dei tanti interventi sperimentali e innovativi promossi dall'autonoma iniziativa delle organizzazioni locali.
Questa iniziativa del mondo del Terzo Settore lombardo intendeva offrire il suo contributo per la ridefinizione del sistema del welfare regionale, ponendo al centro i temi dell'uso e della destinazione delle risorse pubbliche e private ed i modelli di presa in carico delle persone in situazione di bisogno con l'intendimento di individuare idonee azioni utili a sviluppare il benessere nelle comunità locali.
Chi volevamo coinvolgere
Partendo dal riconoscimento della funzione dei Forum territoriali e locali e, dove mancanti, dalla necessità di avviare un percorso di loro costituzione o ri-costituzione questo in particolare in questo momento di difficile efficacia e sostenibilità del welfare anche per la contrazione delle risorse destinate agli interventi sociali.
I destinatari degli incontri erano e sono stati soprattutto
– i referenti, gli operatori ed i volontari delle organizzazioni di Terzo Settore;
– i rappresentanti e gli operatori delle organizzazioni sociali;
– gli amministratori e gli operatori pubblici.
Gli obiettivi che ci eravamo posti dando avvio all'iniziativa
L'iniziativa si poneva l'intendimento di sostenere le persone che operano all'interno delle organizzazioni di Terzo Settore in Lombardia in un momento difficile e complesso:
– condividendo i dati e le informazioni sugli effetti della crisi economica e della contrazione delle risorse destinate alla spesa sociale nella vita delle comunità in cui le persone vivono;
– interrogandosi su quale modello di presa in carico sia oggi possibile in Lombardia;
– raccogliendo informazioni ed opinioni sui bisogni sociali emergenti a livello territoriale;
– valorizzando gli interventi sociali innovativi, nati anche al di fuori della rete formale dei servizi sociali;
– accreditando un quadro di analisi rispetto anche a quanto sarebbe emerso dai territori.
Come già evidenziato sopra si intendeva anche favorire la nascita ed il rafforzamento delle relazioni a livello territoriale tra organizzazioni del Terzo Settore ed altre organizzazioni sociali e fra queste e le Istituzioni e porre le basi per eventuali iniziative comuni di difesa dei diritti sociali dei cittadini, considerando le nuove proposte di intervento rispetto alle politiche sociali.
Metodologia
Erano stati previsti la realizzazione di almeno dodici incontri nelle dodici Province della Lombardia. Ogni incontro era preceduto dall'invio alle organizzazioni del territorio di una scheda di presentazione dei contenuti e di richiesta di dati sulle priorità territoriali e sulle esperienze locali. L'incontro era strutturato su una presentazione dell'iniziativa e della situazione regionale, su un intervento riferito a come è cambiato e sta cambiando il welfare, sugli effetti che si stanno producendo nel welfare territoriale, sulla proposizione delle esperienze territoriali.
Caratteristiche della partecipazione
Hanno partecipato agli incontri circa 1.750 persone in rappresentanza di tutto il mondo associativo costituito da associazioni di promozione sociale, di volontariato, Onlus, cooperative sociali di tipo A (in particolare) e di tipo B, fondazioni.
Non sono mancati i rappresentanti degli Enti Locali e del Consiglio Regionale oltre a Parlamentari eletti nei differenti territori.
Come nutrita è stata la partecipazione dei Distretti e delle ASL, anche loro interessati a capire l'evoluzione delle politiche sociali ed a condividere l'analisi rispetto a quanto emergeva dai territori.
Gli incontri nei territori della Lombardia
Si sono fatti 10 incontri nei diversi territori. Sono stati coinvolti gli ambiti relativi ai Forum di Sondrio, di Crema, di Cremona, dei Navigli (Milano), di Varese, di Monza, della Martesana (Milano), di Como, di Brescia, di Mantova.
Va considerato che contemporaneamente si sono svolti altri incontri, su questioni più specifiche, promossi autonomamente dalle diverse associazioni nei territori.
Dagli incontri nei territori sono emerse alcune indicazioni che con sottolineature diverse sono presenti in tutti i luoghi, in specifico:
– c'è stata una reattività positiva da parte dei territori con un rafforzamento del dialogo tra i differenti soggetti sociali con l'esigenza di rinforzare le reti ed individuare chiare priorità d'azione, considerando che stiamo attraversando una fase di indignazione e risentimento sociale;
– il sistema sociale è in difficoltà per i tagli che sono stati fatti e c'è una grande preoccupazione per quanto riguarda le prospettive;
– sono presenti tensioni locali tra l'associazionismo e il sistema cooperativo;
– si sta ridefinendo la ricerca di risorse al di là delle risorse pubbliche individuando percorsi di integrazione tra le differenti politiche, ad esempio, della casa, del lavoro, ecc.;
– si evidenzia un insufficiente sistema informativo e comunicativo da parte degli enti gestori;
– la Regione sta rincorrendo l'aspetto amministrativo, spesso con atteggiamenti autoritari e dirigistici, non evidenziando – in maniera esplicita – dove si vuol andare con determinate scelte, considerando che il tema delle politiche sociali va oltre i servizi sociali;
– sottovalutazione, da parte della Regione, nei riguardi del protagonismo che il territorio può esprimere rispetto a chi è in grado di mobilitare risorse umane ed economiche;
– proclamati ma disattesi nella pratica i comportamenti partecipativi mancando un ruolo delle varie rappresentanze;
– ribadita la necessità della presa in carico della ersona nella sua interezza;
– la logica dell' azione da parte delle politiche regionali è quella di superare il Distretto e questo rappresenta la fine del ruolo dei territori;
– fase nella quale è assente la politica e prevalgono gli aspetti riferiti ai risparmi ed ai budget e ci si dimentica di capire quali servizi risulta essenziale salvaguardare e con quali contenuti;
Alcuni temi che andranno affrontati
– Quale ruolo da parte dell'Ente Pubblico in questa particolare fase.
– Sussidiarietà, quali significati dare.
– Partecipazione associazionismo e volontariato, come attivarlo.
– Integrazione degli interventi a livello locale e sovra-comunale.
– Dare conto delle proposte, delle attività svolte e dei risultati raggiunti.